domenica 17 aprile 2011

SENZA PREZZO. ANZI COMUNISTA



Non sono a sua disposizione, egregio Presidente del Consiglio. Non sono un prezzolato che partecipa ai suoi bunga bunga di notte, o ai suoi vota vota di giorno. Non sono in vendita.
Ho una dignità che il suo denaro non può comprare. Ho una libertà di pensiero troppo grande per essere ospitata nella sua casa delle libertà e non sono pecora per il suo popolo di presunte libertà. Insegno ciò che so e ciò che vale.
Se lei non c’è, pazienza. Vorrà dire che merita di essere ignorato o non vale.
La cattedra non è una ribalta per sketch politici di parte, non è uno spazio pubblicitario alla sua mercé.
La scuola, se lo lasci dire, è cosa troppo seria per affidarla alle sue battute. Si dedichi alle barzelle oscene, alle meteorine, alle vallette, alle ministrine. E quando parla di me e della scuola, lo faccia con rispetto.
Sono un servitore dello stato, non uno che si serve dello Stato. Ricopro un incarico pubblico per merito e con onore.
Non sono stato nominato da lei né adescato da Mora o Fede. Quindi, non sono a sua disposizione.
Ho cura dei miei alunni. Non lascio che si scorga mai la mia preoccupazione per il loro futuro revocato, né che traspaia la mia vergogna per la classe politica che abbiamo e tanto meno la pena per una scuola pubblica abusata dal suo livore, dai tagli punitivi, dalle diffamazioni reiterate e immotivate.
Anche per questo, si rassegni. Sarà pure uno straordinario affabulatore, il principe di seduttori, ma non ha niente, proprio niente, che mi piaccia.
Se questo basta per essere comunista, ebbene sì, lo sono.

Prof. Gianfranco Pignatelli

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