sabato 27 novembre 2010

Acqua, pubblico, privato eccetera

Alcune riflessione a margine dell'incontro sull'acqua organizzato dal circolo Pd di Malo venerdì 26 novembre 2010.

L'acqua non è solo un bene comune. L'acqua è indispensabile per vivere. L'accesso all'acqua è (dovrebbe essere) come l'accesso all'aria (e, aggiungo, al cibo) ossia un diritto naturale (ossia dovuto al semplice fatto di essere nati).
Non si devono sottoporre tutte le scelte, i progetti e le considerazioni a criteri di economicità e di costi/ricavi.
Questo lo lasciamo fare a chi a partire dagli anni ottanta, ha voluto farci pensare in questo modo.
Da Craxi in poi, ci hanno detto che il mercato e la concorrenza avrebbero regolato in modo virtuoso ed automatico le nostre vite e ci avrebbero portato alla ricchezza individuale e (implicitamente) alla felicità (pure individuale).

Oggi sappiamo che il mercato è un distillato di avidità che distrugge ogni forma di vita civile, mercifica ogni cosa e produce ingiustizia e infelicità per molti e ricchezza per pochissimi.
Il passaggio che tutti dobbiamo fare, è (anche) culturale.

Io penso che la questione acqua e beni comuni, pubblico e privato, sia così semplice da essere banale.
Privatizzare vuol dire sottoporre alle regole del mercato un bene o un servizio. Le regole del mercato impongono di minimizzare i costi e massimizzare i profitti. In regime di concorrenza, ci dicono, questo meccanismo si autoregola e raggiunge il punto di equilibrio fornendo un buon servizio a costi accettabili. La realtà è che la concorrenza si trasforma spesso in cartello (ricordate assicurazioni, banche, e distributori di carburanti?) e che certi servizi, indispensabili per il cittadino, perdono (anche moltissimo) di qualità o raggiungono prezzi (tariffe) non sostenibili dall'utente.

Noi, invece, abbiamo bisogno di un servizio pubblico che funzioni bene.
Perchè ciò accada, servono due cose: possibilità di controllo diretto e rapido da parte dei cittadini (fruitori e/o utenti) e incentivazione a fornire un buon servizio.
L'incentivazione è evidentemente legata alla remunerazione economica, ma anche e soprattutto alla valorizzazione individuale e alla motivazione etica di chi partecipa alla fornitura del bene/servizio.
Il controllo dei cittadini è legato invece alle dimensioni dell'ente che deve essere controllato. Se la realtà territoriale su cui insiste l'ente è sufficientemente piccola (ma non troppo piccola, ovviamente), ecco che il controllando è sufficientemente raggiungibile dal controllore

Il che sta a significare, niente mega carrozzoni tipo anni sessanta del secolo scorso e niente privatizzazioni di quel che ancora è pubblico, ma riorganizzazione e potenziamento del pubblico esistente (e magari qualche passo indietro rispetto alla tendenza in atto, in settori come la sanità).

E infine, per estirpare le radici dei politici politicanti da dentro il servizio pubblico, regole severissime per episodi di nepotismo, corruzione, falso ideologico, falso in bilancio, concussione, distrazione di fondi e tutte quelle infrazioni che mettono a rischio e degradano i beni di tutti noi e, last but not least, ricambio ciclico e certo degli amminsitratori.



la vela cadde, la sete ci asciugó
acqua, acqua, acqua in ogni dove
e nemmeno una goccia, nemmeno una goccia da bere
e gli uomini spegnevano, spegnevano il respiro
spegnevano la voce, nel nome dell’odio
che tutti ci appagò

domenica 21 novembre 2010

Grandi Opere (Contributo 0003)

Suggerito da Mauro e commentato da Azione

Un'articolo-intervista all'assessore regionale alla mobilità e infrastrutture del corriere del veneto QUI.
E' la conferma che nonostante l'alluvione abbia dimostrato che questo modello di sviluppo anzichè "progresso", produce "regresso", i nostri amministratori non intendono rifletterci sopra, nè fare un "mea culpa". Nossignori, loro non sbagliano mai. Siamo noi cittadini 'gnoranti che sbagliamo.

Questa intervista ne è la prova, come ne è la prova il fatto che si tenti di incolpare i comitati dei cittadini per la mancata realizzazione delle manutenzioni, o le nutrie (peraltro importate in veneto dai pellicciai "nostrani" col benestare dei loro colleghi politici) per il cedimento degli argini, invece di ammettere che le manutenzioni non danno visibilità elettorale (vuoi mettere il ponte?) e quindi si preferisce non farle e poi, eventualmente, mettere mano al portafogli (anche perchè i soldi, se arrivano, sono pubblici, non degli aministratori, che è come dire che son tutti f... col c... degli altri).

Quindi ecco un bell'elenco di grandi opere figlie di uno "sviluppo" pensato nel secolo scorso, secolo al quale questi assessori e amministratori anziani (nel modo di pensare) appartengono e nel quale cercano di trattenerci.

E' psicologicamente comprensibile che questi signori tentino di restare giovani trastullandosi nei loro giochini, senza evolversi e senza capire che i tempi cambiano e sopravvive chi sa leggere il cambiamento e adattarsi (adattamento oggi vuol dire ripensare l'economia, l'idea di sviluppo, le forme di lavoro, i famigerati stili di vita, le relazioni interculturali and so on), peccato che ci trascinano con loro nel baratro.

Ecco, se andassero ad ululare alla luna, sarebbe meglio per tutti.

P.S.
Ecco una affermazione ripresa da un documento dell'universotà di PD scaricabile da QUI :
L’urbanizzazione, aumentando sensibilmente l’estensione delle superfici impermeabili,comporta un’importante alterazione delle frazioni di pioggia infiltrata, da un lato aumentando il deflusso superficiale e quindi i contributi di piena, dall’altro riducendo la ricarica delle falde (estratto dagli allegati della legge regionale del veneto).

sabato 20 novembre 2010

Moriremo per ignoranza

In questo articolo del GdV si parla delle quantità di PALLINI DI PIOMBO sparato dai cacciatori nei prati, boschi e colture.

OGNI ANNO, nell'Alto Vicentino ne vengono sparse 56 TONNELLATE .

NELLE GRONDAIE di un edificio ne  sono stati recuperati 4,5 KG.

A Carrè alcuni controlli hanno rilevato 25-28 GRAMMI di piombo PER METRO QUADRATO in una zona dove si coltivano ORTAGGI per vendita.

A tutto questo l'assessore provinciale all'ambiente risponde che non bisogna danneggiare i cacciatori.

E la nostra salute?

venerdì 19 novembre 2010

Contributo 0002: Della felicità

Suggerito da Mauro:

Un breve commento di "Azione":
Ci si potrebbe chiedere che c'entra questo post con questo blog? la risposta è che tutto c'entra: la vita è una scelta continua, e scegliere è politica.

Questo post è maturato nella testa di uno di noi dopo una discussione su: lavoro, società, prospettive per il futuro nostro e delle prossime generazioni.

La ricerca della felicità – Krishnamurti

Questo è il problema del mondo: se l’individuo sia soltanto uno strumento della società, un giocattolo che le diverse influenze modellano, o se la società esista per l’individuo.
Come potete scoprire la soluzione?
Se l’individuo è semplicemente uno strumento della società, allora noi dobbiamo mettere da parte la nostra individualità e lavorare per la società; ma se la società esiste per l’individuo allora la funzione della società non è di conformarlo a qualche modello ma dargli il sentimento, la brama di libertà.
Perciò dobbiamo scoprire quale delle due opzione è falsa.
[Questa ricerca] Non dipende da nessuna ideologia, né di destra né di sinistra; e se dipende da un’ideologia allora è soltanto una questione di opinione.
Le idee generano sempre inimicizia, confusione, conflitto.
Se possiamo scoprire qual è la verità del problema dobbiamo essere capaci di agire indipendentemente dall’opinione.
Per scoprire la verità è necessaria la libertà da ogni propaganda, il che significa essere capaci di guardare il problema indipendentemente dall’opinione.
Penso che la maggior parte di noi comprenda l’urgenza di una rivoluzione interiore, la quale soltanto può provocare una radicale trasformazione dell’esterno, della società.
Questo è il problema di cui io stesso e tutte le persone seriamente intenzionate ci siamo occupati: come provocare una fondamentale, radicale, trasformazione nella società; e questa trasformazione esterna non può avvenire senza una rivoluzione interiore.
Quello che voi siete, il mondo è.
Perciò il vostro problema è il problema del mondo.
Vogliamo produrre l’alterazione attraverso un sistema o con la rivoluzione delle idee o dei valori basati su un sistema, dimenticando che siamo voi e io che creiamo la società, che produciamo confusione oppure ordine a seconda del modo in cui viviamo.

I cosacchi a cavallo invadono S.Pietro

Difensori delle radici giudaico-cristiane

giovedì 18 novembre 2010

nei loro occhi c'è un cannone...

Muraro: gli sciacalli del maltempo
sono da fucilare sul posto


Articolo del corriere del veneto QUI 

Giusto ha ragione Muraro!
E' ignobile rubare a delle persone che hanno perso la casa e che per cause esterne si trovano in una situazione drammatica e disagiata.
Non dimentichiamo che rubare ai poveri e a chi quel poco che ha lo possiede grazie al duro lavoro e all'onestà, non fa altro che aumentare il malessere sociale, l'indebitamento pubblico,la ripresa produttiva e sfavorisce l'uguaglianza sociale.

L'unico problema è che poi ci toccherà restare senza classe politica, senza una percentuale (alta,bassa, boh) di imprenditori e tutti quelli che a vario titolo evadono le tasse, speculando sui disastri ambientali e sull'edilizia, se ne fregano degli onesti, fanno lavorare gli operai in nero o con contratti da fame, etc etc.

Però dobbiamo fare il sacrificio quindi anch'io dico fuciliamo gli sciacalli che speculano sulla res publica!
Solo così potremmo cambiare il volto del paese.

Muraro sarà d'accordo con questa controproposta o lui parlava solo dei poveracci più poveracci degli altri, ignorando i ricconi?mah

martedì 16 novembre 2010

Italiani brava gente

Salire su una gru e restare 16 giorni sotto acqua e freddo in uno spazio ristretto oppure seduti con le gambe ciondoloni nel vuoto a 20 metri di altezza.

Guardiamo lo schermo e non percepiamo la differenza tra l'isola, la casa, il palco e la gru. Il frullato di immagini riduce ai minimi termini la disperazione dei sei migranti, la stecca cantando, il passo sbagliato ballando, il litigio decerebrato.
Trovo il minimo comune denominatore, divido, moltiplico e mi ritrovo in mezzo alla nebbia.

Gli ultimi 4 giovani sono scesi dalla gru a Brescia, con buona pace di quelli che avrebbero voluto farli scendere "CON OGNI MEZZO" (mi chiedo se avrebbero anche fatto saltare la gru all'occorrenza...sicuramente no perchè la gru costa soldi, altrimenti ci si poteva pensare....).

Hanno salva la vita (per ora).
Che dio li accompagni in percorsi e accoglienze migliori.

domenica 14 novembre 2010

Ho spostato mari e fiumi per inondarvi di progresso



grazie a:
Rai Radio3 per l'audio
Alberto per il podcast e l'idea
Comitato DST V.Agno Nord per il fantastico titolo

sabato 13 novembre 2010

Complimentoni!

Non commento



E invece commento. L'incidente è avvenuto il giorno prima della tua intervista, ci sono stati 6 feriti gravi, uno è morto oggi, uno è in coma farmacologico e tu sei il capo di uno dei sindacati più grandi d'Italia...cosa dovrei dirti?

Che pasticcio l'agrammatica

mancansa de ignoransa

E’ evaporato il nome del padre

Riporto due pezzi di un post di WU MING 1 che mi sembrano significativi.
Per chi vuole approfondire, il link sta QUI

Da tempo abbiamo perso i genitori, quelli simbolici. Tante scosse ne hanno polverizzato la funzione, ma il primo responsabile è l’imperativo «Godi!» del capitalismo ipermoderno. Un «Godi!» che significa anche: «Perché sbattersi quando puoi prendere le scorciatoie?», e: «Perché rinunciare a un piacere immediato in cambio di un vantaggio in un futuro di cui non sai niente?». Goditela!
Questo imperativo fa di noi bambini capricciosi, incapaci di trovare un equilibrio tra legge e desiderio.
.....
.....
1. E’ evaporato il nome del padre
L’ultima ondata di pseudo-scandali e falsi eventi ha avuto un merito: ha reso ancor più esplicito il «Discorso di Berlusconi» e chiarito meglio il modo in cui ha funzionato in questi anni. Lo sentite il discorso? Tutti lo sentono! Fa così:
«Italiani che votate per me, ecco il messaggio: fate quel cazzo che volete! Fate come me! Volete guidare a 150 all’ora in autostrada? Abolirò i limiti di velocità! Volete evadere le tasse? Vedrete che condonerò tutto! Quando volevate “cucinare” i libri contabili delle vostre aziende, ho depenalizzato il falso in bilancio. Volete andare in giro con giovani puttane? Vengo anch’io! Volete bestemmiare, abbandonarvi al turpiloquio? Tutti insieme: MERDA, CAZZO, FICA, ORCO XXX! Fate qualunque cosa vi piaccia (purché non vada contro gli interessi dei ricchi) e anch’io farò quello che mi piace. Soprattutto, farò decreti che sono esclusivamente e platealmente (PLATEALMENTE, tanto posso permettermelo!) nel mio interesse. Voi lo sapete, io so che lo sapete, e VOI SAPETE CHE IO SO CHE SAPETE!»
Certo, ci sono ancora cose che Berlusconi deve ufficialmente negare di aver fatto, ma non sono molte e la smentita è solo ufficiale. Mentre smentisce, fa l’occhiolino ai suoi seguaci


giovedì 11 novembre 2010

Giovani e Futuro

Interessante incontro/dibattito su uno dei temi che riguardano i giovani e il loro futuro:

mercoledì 10 novembre 2010

Incontro sul Lavoro


Riceviamo e volentieri pubblichiamo


Amministrare o Comandare

Riprendo senza commentare una lettera pubblicata oggi sul Giornale di Vicenza

Le discutibili esternazioni su un disastro annunciato

Non è possibile rimane indifferenti, di fronte alle diuturne e discutibili esternazioni di politici e uomini delle istituzioni, che da decenni sono alla guida del nostro Paese e di questa regione in particolare.
Sacrosanto, pretendere l'aiuto dello Stato per far fronte all'emergenza, soccorrere le famiglie e sostenere le aziende in difficoltà ma quanta ipocrisia nelle geremiadi contro l'indifferenza dei giornali nazionali, quanta spudoratezza nel minacciare lo sciopero fiscale contro il proprio governo e inoltre, quanta incoscienza nelle parole di coloro che si auto-assolvono, di fronte all'imprevedibilità di certe calamità naturali.
A Roberto Zuccato, presidente degli industriali, va invece riconosciuta l'onestà intellettuale di aver ammesso: “Stiamo pagando il prezzo della cementificazione e del boom”. Il Belpaese è cronicamente afflitto dalle frane e dal dissesto idrogeologico, imputabili all'incuria e a scelte dissennate.
In questo campo, svanisce ogni presunta alterità dei veneti, con l'aggravante che non c'entrano né la mafia, né la camorra e per lo più, non si tratta neppure di abusivismo,

sabato 6 novembre 2010

L'ipocrisia della lega

La lega si ritiene il partito “vicino al popolo” e pertanto disdegna le poltrone, ma siede su tutte quelle che riesce a raggiungere, nel governo, nel parlamento, nel consiglio regionale, in quello provinciale, nelle banche, nelle fondazioni, nelle autostrade e scalpita per averne altre.
La lega è il partito che governa la nostra regione e la nostra provincia direttamente (Zaia, Dal Lago, Schneck) o in coalizione (Galan) da 15 anni, ma che non ha mai colpe quando qualcosa non va.
La lega si ritiene il partito del territorio ma, ha perseguito e persegue un modello di sviluppo che del territorio fa scempio.
La lega si lamenta che 10 milioni di euro stanziati dal governo per l’esondazione dei fiumi di cui siamo stati vittime a Vicenza e Padova sono pochi, ma intanto non ha previsto nel bilancio regionale alcun capitolo di spesa per far fronte alle emergenze naturali.
La lega fa la voce grossa con i suoi simpatizzanti nel Veneto, ma poi a Roma tace e sostiene un governo impresentabile e riceve in cambio l’elemosina di 10 milioni che il monarca ha lasciato cadere come briciole dalla propria tavola ('na sbrancà de stracaganase).
La lega parla di padania come di patria dei veneti, ma la sua classe dirigente nazionale è tutta radicata tra Varese e Bergamo (una padania ristretta?).
La lega parla di sicurezza, ma tace sugli infortuni e sulle morti al lavoro (eppure prende voti anche tra gli operai, ma sono voti che pesano meno...boh).

La lega non si ravvede nemmeno dopo la catastrofe che ha colpito i “suoi” territori.

Ma né noi né gli alluvionati siamo stupidi.
La lega non ci incanta con lo scaricabarile su Roma o sull'imprevedibilità dell'evento.
La lega ha governato ed ha le sue responsabilità, perchè  ha contribuito a distruggere il territorio.

I suoi esponent,i che ci amministrano, non hanno saputo immaginare quel che stava accadendo e non hanno avvertito per tempo le popolazioni,.
Ora sanno solo  lamentarsi e chiedere schei e schei e schei ai vari Bertolaso e Sacconi che vengono a fare passerella e a a intralciare i volontari che lavorano a pulire strade, case e cantine (è accaduto ieri a Vicenza: i volontari con le scope e i badili in mano, stavano appiattiti contro il muro per far passare Sacconi, scorta e codazzo).

mercoledì 3 novembre 2010

la donna in Italia

Dove sono andate le femministe?
Dove sono le famose donne al potere degli anni '70 e '80?
Ma non saranno mica in mezzo tra la Carfagna e la Santaché (e per restare provinciali la Busetti )
che dicono
"Berlusconi non voleva ssolutamente difendere nè le donne nè gli omosessuali" Carfagna
"stimo i gay ma tutte le madri sognano di avere figli eterosessuali" Santaché

oppure la grande Busetti che se la prende con le hostess di Ghedaffi che lavorano per soli 70 euro che sono pochi per lei visto che la carega ce l'ha (e sicuramente tanti dinidini al mese..)

Moltissime donne al potere (anzi quasi tutte sia di destra che di sinistra), si preoccupano tanto di proteggere le donne di altre culture (senza che nessuno gliel'abbia chiesto) in nome di un occidentale libertà e così poco si interessano delle donne italiane costrette in una società sempre più orientata alla mercificazione del corpo, alla logica imperante dello scambio sesso-potere, bellezza a tutti i costi e molto altro. Chi protegge le giovani neo laureate che parlano tre lingue, fanno stage su stage e non vogliono cedere alle raccomandazioni per meriti corporei?
Nessuno. Io che faccio parte della categoria non mi sento protetta da nessuno di loro, proprio nessuna e nessuno.

Sono due giorni che spero di sentire una donna dell'opposizione dire qualcosa sul tema. O una donna che sia donna vera, che conosca la solidarietà femminile e sia libera da ogni maschilismo/machismo.
aspetto di sentire qualcosa.Qualunque cosa.

martedì 2 novembre 2010

4 dicembre: manifestazione nazionale decentrata nelle regioni per salvare l'acqua pubblica e il clima

Nella giornata del 4 dicembre, in occasione della Conferenza Onu sul clima che si svolgerà a Cancun, in tutto il mondo si terranno iniziative per sollecitare i governi ad assumere provvedimenti seri per evitare la catastrofe climatica.
Le principali reti italiane si sono trovate d'accordo a far convergere i grandi temi chiamati in causa dalla Conferenza attorno a quella che da noi è la grande priorità: la campagna perché il referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua si tenga, perché non venga scippato, perché fino alla sua celebrazione si blocchino tutti i processi locali che vanno nella direzione opposta.
Per questo in tutte le regioni ci saranno manifestazioni per chiedere una moratoria nell'assegnazione dei servizi idrici fino ai referendum del 2011. Di seguito l'appello del Forum italiano dei movimenti per l'acqua di cui l'Arci fa parte.
«Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini di questo Paese hanno firmato i tre quesiti referendari promossi dal Forum italiano dei Movimenti per l'acqua e da una grandissima coalizione sociale raccolta nel comitato promotore.
Hanno posto la loro firma per una battaglia di civiltà, per la tutela e l'accesso universale ad un bene comune, contro ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita.
Con la loro firma, quelle donne e quegli uomini hanno posto un'imprescindibile questione di democrazia: sulla gestione di un bene fondamentale per la vita la decisione non può essere delegata ad alcuno ma deve appartenere a tutti attraverso il referendum.
Per questo, per non tradire la fiducia e le aspettative della popolazione, chiediamo la moratoria: un provvedimento di legge immediato che posticipi le scadenze previste dalla legge Ronchi e per la soppressione degli Ato.
La battaglia per l'acqua, per la sua riappropriazione sociale, per la sua gestione pubblica e partecipata, è di per se un valore che si inserisce in un orizzonte più vasto: quella della tutela dei diritti e dei beni comuni, della 'Madre Terra' nostra casa comune!
Dal 29 novembre al 10 dicembre 2010 si riunirà a Cancun la 16° COP dove, nell'ambito dell'Onu, i governi discuteranno su una delle grandi emergenze che il pianeta si trova ad affrontare: quella dei cambiamenti climatici di cui già oggi oltre 600 milioni di esseri umani, soprattutto nel Sud ma sempre più spesso anche nel Nord del mondo, subiscono le conseguenze negative dei disastri ambientali.
Un anno fa a Copenaghen i governi dei paesi industrializzati decretarono il fallimento del COP 15 per i loro interessi speculativi e di profitto. In quella occasione, a Copenhagen e in tutto il mondo, ci furono grandi manifestazioni per dire ‘responsabile è il sistema, non il clima’, perché è l'insostenibile modello di sviluppo che domina il mondo a distruggere non solo il presente ma anche le speranze di futuro.
Per questo a Cancun, come nel mondo e in Italia, i movimenti sociali manifesteranno per dire a chiare lettere che se il clima fosse stato una banca sarebbe già stato salvato e che il cambiamento climatico si combatte con
la giustizia sociale e ambientale».

lunedì 1 novembre 2010

dell'acqua fredda (e sporca) e dell'acqua calda

Sembra quasi ridicolo dover sottolineare che, nonostante le alluvioni ci siano state in ogni epoca, soltanto ai giorni nostri 48 ore di pioggia abbondante determiano un sfacelo come quello di oggi.
Sarebbe comprensibile, se vi fosse stato un monsone o un uragano o una settimana di pioggia battente, ma appare evidente che qui le cause principali sono il dissennato sviluppo che ci ha accompagnato per 50 anni e che una marea di vecchi rimbambiti (non necessariamente vecchi in senso anagrafico) continua a perseguire ed a volerci propinare.

Deviamo un fiume dal suo alveo naturale? mi pare logico che esso tenti di rientrarvi. Normalmente non ci riesce, ma in casi eccezionali...patatrac!

Costruiamo in zone a rischio o nelle zone di allagamento naturale dei fiumi? Beh prima o poi la disgrazia accade. La frana smotta, il torrente straripa, il fiume esonda, la montagna crolla dentro la diga, il lago tracima.

Gettiamo cemento a nastro? poi non pretendiamo che il terreno assorba l'acqua. Tutta l'acqua delle zone edificate, finice nelle condotte di scarico che finiscono nei fiumi, contribuendo ad ingrossarli.
Per non parlare di quello che l'acqua di scolo porta con sè: emissioni di scarico delle auto finite sull'asfalto, gomma di pneumatico, sversamenti accidentali di sostanze di ogni tipo.

Qualcuno mi spieghi se è meglio spendere soldi per il territorio, per evitare che accada quel che abbiamo visto oggi o se dobbiamo spenderli per finanziare la Autostrada Pedmontana Veneta.

Le responsabilità ci sono e sono chiare, ma come sempre i colpevoli scanseranno il giudizio.