lunedì 1 novembre 2010

dell'acqua fredda (e sporca) e dell'acqua calda

Sembra quasi ridicolo dover sottolineare che, nonostante le alluvioni ci siano state in ogni epoca, soltanto ai giorni nostri 48 ore di pioggia abbondante determiano un sfacelo come quello di oggi.
Sarebbe comprensibile, se vi fosse stato un monsone o un uragano o una settimana di pioggia battente, ma appare evidente che qui le cause principali sono il dissennato sviluppo che ci ha accompagnato per 50 anni e che una marea di vecchi rimbambiti (non necessariamente vecchi in senso anagrafico) continua a perseguire ed a volerci propinare.

Deviamo un fiume dal suo alveo naturale? mi pare logico che esso tenti di rientrarvi. Normalmente non ci riesce, ma in casi eccezionali...patatrac!

Costruiamo in zone a rischio o nelle zone di allagamento naturale dei fiumi? Beh prima o poi la disgrazia accade. La frana smotta, il torrente straripa, il fiume esonda, la montagna crolla dentro la diga, il lago tracima.

Gettiamo cemento a nastro? poi non pretendiamo che il terreno assorba l'acqua. Tutta l'acqua delle zone edificate, finice nelle condotte di scarico che finiscono nei fiumi, contribuendo ad ingrossarli.
Per non parlare di quello che l'acqua di scolo porta con sè: emissioni di scarico delle auto finite sull'asfalto, gomma di pneumatico, sversamenti accidentali di sostanze di ogni tipo.

Qualcuno mi spieghi se è meglio spendere soldi per il territorio, per evitare che accada quel che abbiamo visto oggi o se dobbiamo spenderli per finanziare la Autostrada Pedmontana Veneta.

Le responsabilità ci sono e sono chiare, ma come sempre i colpevoli scanseranno il giudizio.

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