4 dicembre: manifestazione nazionale decentrata nelle regioni per salvare l'acqua pubblica e il clima
Nella giornata del 4 dicembre, in occasione della Conferenza Onu sul clima che si svolgerà a Cancun, in tutto il mondo si terranno iniziative per sollecitare i governi ad assumere provvedimenti seri per evitare la catastrofe climatica.
Le principali reti italiane si sono trovate d'accordo a far convergere i grandi temi chiamati in causa dalla Conferenza attorno a quella che da noi è la grande priorità: la campagna perché il referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua si tenga, perché non venga scippato, perché fino alla sua celebrazione si blocchino tutti i processi locali che vanno nella direzione opposta.
Per questo in tutte le regioni ci saranno manifestazioni per chiedere una moratoria nell'assegnazione dei servizi idrici fino ai referendum del 2011. Di seguito l'appello del Forum italiano dei movimenti per l'acqua di cui l'Arci fa parte.
«Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini di questo Paese hanno firmato i tre quesiti referendari promossi dal Forum italiano dei Movimenti per l'acqua e da una grandissima coalizione sociale raccolta nel comitato promotore.
Hanno posto la loro firma per una battaglia di civiltà, per la tutela e l'accesso universale ad un bene comune, contro ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita.
Con la loro firma, quelle donne e quegli uomini hanno posto un'imprescindibile questione di democrazia: sulla gestione di un bene fondamentale per la vita la decisione non può essere delegata ad alcuno ma deve appartenere a tutti attraverso il referendum.
Per questo, per non tradire la fiducia e le aspettative della popolazione, chiediamo la moratoria: un provvedimento di legge immediato che posticipi le scadenze previste dalla legge Ronchi e per la soppressione degli Ato.
La battaglia per l'acqua, per la sua riappropriazione sociale, per la sua gestione pubblica e partecipata, è di per se un valore che si inserisce in un orizzonte più vasto: quella della tutela dei diritti e dei beni comuni, della 'Madre Terra' nostra casa comune!
Dal 29 novembre al 10 dicembre 2010 si riunirà a Cancun la 16° COP dove, nell'ambito dell'Onu, i governi discuteranno su una delle grandi emergenze che il pianeta si trova ad affrontare: quella dei cambiamenti climatici di cui già oggi oltre 600 milioni di esseri umani, soprattutto nel Sud ma sempre più spesso anche nel Nord del mondo, subiscono le conseguenze negative dei disastri ambientali.
Un anno fa a Copenaghen i governi dei paesi industrializzati decretarono il fallimento del COP 15 per i loro interessi speculativi e di profitto. In quella occasione, a Copenhagen e in tutto il mondo, ci furono grandi manifestazioni per dire ‘responsabile è il sistema, non il clima’, perché è l'insostenibile modello di sviluppo che domina il mondo a distruggere non solo il presente ma anche le speranze di futuro.
Per questo a Cancun, come nel mondo e in Italia, i movimenti sociali manifesteranno per dire a chiare lettere che se il clima fosse stato una banca sarebbe già stato salvato e che il cambiamento climatico si combatte con
la giustizia sociale e ambientale».
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