Dicevo qualche tempo fa che non ci sono dogmi e che tutto è contrattabile tranne diritti, libertà e dignità.
Contrattabile significa che può essere liberamente discusso, condiviso, formalizzato e sottoscritto da tutti.
A Mirafiori non c'è stata alcuna discussione o condivisione. La scelta era una sola: o si o si, o fai come dico io o muori di fame.
Ciononostante il 46% dei lavoratori ha votato no.
Oggi si sprecheranno i commenti sui giornali e al bar e Mirafiori sarà uno degli argomenti di discussione e litigio come Cassano al Milan e le novità pruriginose sul bunga bunga e su chi procurava le puttane (non escort) minorenni a chi.
Fra qualche anno , quando FIAT sarà stata delocalizzata o chiusa e molte altre aziende avranno abbandonato Confindustria e, di conseguenza, il Contratto Collettivo Nazionale, saremo tutti più deboli, "terzomondizzati", e soggetti alla sola contrattazione individuale.
In quel momento ci accorgeremo che quel che è successo ieri a Torino, è stato solo un altro passo verso la precarizzazione di tutta la nostra vita.
Che miopia! Come si può non capire che non c'è pace sociale senza redistribuzione delle ricchezze, dignità e libertà per tutti?
Guardiamo a quel che è sucesso in Tunisia. La rivolta di un'intera popolazione è stata innescata da fame di cibo e di giustizia sociale.
Quanti danni avranno subìto le aziende europee e italiane che, approfittando delle apparenti tranquillità sociale e stabilità politica, imposta dal regime tunisino, hanno ivi delocalizzato?
La Tunisia, dimostra che diritti, democrazia, giustizia e benessere diffuso, convengono a tutti, anche alle imprese.
Spero che chi auspicava la vittoria del SI dall'alto della sua posizione di privilegio (giornalisti, economisti, politici, commentatori del nulla, scodinzolanti direttori di testate) si trovi fra qualche tempo a contrattare un nuovo lavoro secondo le nuove regole, magari con un bel contratto a progetto per fare il cameriere.
P.S.
Finalmente ieri sera, assistendo ad un incontro-dibattito sul lavoro organizzato dal PD a Monte di Malo, ho ascoltato parole "di sinistra".Se qualcuno dei lettori di questo blog era presente, potrebbe fare un riepilogo o un post sull'argomento.
Riprendo il tuo P.S.
RispondiEliminaNon ero presente a Monte di Malo e devo dire che sono contenta di sentire che sono state dette, finalmente, parole di sinistra. Ma, con molto disincanto, devo anche dire che non credo che gli echi di quelle parole oltrepasseranno le valli, le colline, le città e giungeranno a chi, anche in questi giorni, si augurava un SI.
Servirebbe meno pavidità, servirebbero nuove persone che avessero il coraggio di dire 10, 100, 1000 NO.
Servirebbe che fossimo in tanti a partecipare e tirare fuori proprio tutto, in modo da fare pulizia anche nei nostri pensieri e farci sentire oltre le colline e le città.
RispondiEliminaaggiungo al tuo bel post solo un commento..a fare il cameriere sono anni che non ti fanno un contratto.
RispondiEliminaby the way, le aziende delocalizzate in Tunisia forse si ricorderanno di queste parole un giorno: che il benessere di ciascuno di noi dipende fondamentalmente dal benessere di tutti noi...
by the way 2,mi fanno incazzare tutti questi intervistati di mirafiori che dicono di non aver mai scioperato in vita loro (come se fosse un vanto), di non essersi mai lamentati e che adesso si trovano da un giorno all'altro in queste condizioni e allora si ribellano.
E prima?
dove erano prima?