domenica 19 dicembre 2010

Indifferenti

Mi piace il calcio come sport, ma non amo il mondo del calcio, quello che vi gira intorno e non amo i calciatori  che "l'importante è la squadra", "ho fiducia nel mister", "sicuramente daremo il massimo", "ringrazio, il presidente, il mister e i tifosi" and so on.
Non mi sono simpatici gli ultras del calcio che si menano per qualcosa che non capisco e spesso esibiscono un'odiosa iconografia nazista e fascista.
Probabilmente per questo non mi sono mai preoccupato/occupato/interessato al metodo ed al merito della legge chiamata  D.A.SPO
Cos' il D.A.SPO? L'acronimo sta per Divieto di Accesso a manifestazioni SPOrtive e, normalmente (detto in parole brutali) viene usato per impedire agli ultras di andare allo stadio (e, nelle intenzioni, provocare incidenti).

Alla luce delle dichiarazioni di Maroni (il morditore di caviglie delle forze dell'ordine) che lo vorrebbe estendere anche alle manifestazioi non sportive (per bloccare la protesta degli studenti e dei cittadini, giustamente arrabbiati), vengono in mente due cose:
1) la palese incostituzionalità di un provvedimento che impedisce a chicchessia di manifestare il proprio pensiero/dissenso
2) la poesia di Brecht che racconta di come il silenzio, prima o poi, torna indietro come un boomerang e colpisce chi non ha parlato ed agito al momento opportuno.

Non lasciamoci togliere il diritto di pensare
Non lasciamoci togliere il diritto di parlare

1 commento:

  1. Non è detto che chi non parla non pensi, magari uno passa direttamente all'azione, per questo io porto la mia solidarietà a chi era a Roma e dopo anni di parole è passato all'azione, non dissociandosi dai violenti. Tra chi ha protestato potevano esserci i miei figli, ma oramai siamo tutti esasperati. Bisogna Agire.

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