martedì 28 settembre 2010

cosa si dovrebbe rispondere...?

Nel giorno in cui la disoccupazione giovanile raggiunge quasi il 30% (vuole dire che un giovane su 3 è disoccupato), mi sono sentita rivolgere le seguenti affermazioni da altrettanti ragazzi e ragazze che, fra il disperato e il rassegnato, non riescono a vedere il loro futuro e non riescono a coltivare speranze per un domani migliore. Alcuni di questi si avvia alla trentina, e sentono il bisogno di una casa propria, di un lavoro degno di questo nome, di investire in un progetto di vita, magari dei figli...ma si dicono: come faccio?
Già come fare, cosa si dovrebbe rispondere, quando ti dicono:
il dentista mi ha detto la spesa che dovrei affrontare e ancora prima che finisse, ho pensato alla macchina da sistemare, all'affitto da pagare, alle bollette in arrivo e mai come in quel momento, mi sono sentita precaria ed insicura. Eppure, ho pensato, non devi avere paura: hai una laurea con lode, lavori in uno studio che è tra i più importanti d'Italia seppure sottopagata, sei giovane e hai tutta la vita davanti, eppure mi sono sentita precaria ed insicura lo stesso.

Cosa si dovrebbe rispondere quanto ti dicono:
quest'anno non so se ritroverò ancora i bambini ai quali insegnavo l'inglese. Dopo la laurea, il lavoro di insegnante precaria mi ha portato in giro di qua e di là, in scuole anche lontane. Ma non mi importava, facevo, faccio, un lavoro che mi appassiona. Pazienza per la precarietà. Ma quest'anno è diverso. Tutto è sospeso, tutto in stand-by. Dovevo sposarmi l'anno prossimo ma mi sa che rimanderemo, se non si smuove qualcosa. Intanto però c'è un mutuo da pagare, quello non va in stand-by.

Cosa si dovrebbe rispondere, quando ti dicono:
ho un lavoro, precario no per fortuna, ma sottopagato si. Per guadagnare un po' di più devo lavorare tanto. Ho un sogno nel cassetto: finire gli studi, laurearmi e fare il lavoro che ho sempre sognato di fare: difendere e tutelare la storia e i Beni della nostra Cultura. So già che non ci riuscirò. Qui da noi la Cultura viene lasciata per ultima e così i Giovani. Un binomio perdente. Però vado avanti. Vorrà dire che lo farò per me.

Cosa si dovrebbe rispondere, quanto ti dicono:
ho una laurea, un master, per ora faccio il manovale...poi chissà speriamo...anche se ormai le speranze sono finite....

Cosa si dovrebbe rispondere?
Ripassa più avanti, che ora la nostra classe politica è troppo impegnata in case a Montecarlo o a risolvere i guai gudiziari del Presidente del Consiglio o a prendere a piene mani dalle tasche ormai smunte dello Stato, cioè dalle nostre?

Tutti questi ragazzi lasciati senza risposte, si sentono insicuri. E non perchè qualche extracomunitario minaccia la loro sicurezza. Anche se qualcuno vorrebbe far credere il contrario, quella sicurezza lì, proprio non c'entra.



5 commenti:

  1. Eh..proprio ieri sera si è parlato di sicurezza in consiglio comunale. Hanno in mente le telecamere perchè "la gente" "percepisce" poca sicurezza.Avevo esaurito gli interventi, ma volevo dirgli che per sentirsi più sicuri, basta spegnere la tv e guardarsi attorno. Poi per questi ragazzi che citi, sono solidale perchè la stessa insicurezza ce l'ho anche io. Riuscirò a finire di pagare il mututo o perderò il lavoro prima? riuscirò a far laureare i miei figli o tutto il lavoro verrà trasferito in Cina o in Aerbia o in Albania? Riuscirò a morire di vecchiaia o mi beccherò un cancro maledetto a causa dell'ambiente pessimo ed in peggioramento continuo?

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  2. a me questa storia della "percezione" fa venire l'orticaria...cosa vuol dire? che una cosa non c'è, ma è come se ci fosse? ormai siamo abituati a pensare e a parlare con i pensieri e le parole che ci inculcano a furia di sentirle ripetere in tv. Concetti bloccati, sempre gli stessi da anni. Non c'è un progetto, non ci sono parole nuove. Hai perfettamente ragione quindi, basta spegnere e recuperare la capacità di giudizio. Sperando nel frattempo di non averla smarrita.

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  3. E i bambini? Già adulti omologati al pensiero comune a sei anni.
    Non c'è stupore, non c'è meraviglia, non c'è magia.
    Pochi hanno gli occhi che brillano di curiosità.
    Me lo dice una mia amica che fa la maestra confrontando la prima di quest'anno con quella di appena cinque anni fa.
    Che fare? Da dove ripartiamo?

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  4. La bella e cruda testimonianza di Zenia conferma quanto il valore del lavoro abbia perso la sua centralità in quest'epoca dura e bastarda.Abbiamo assistito negli ultimi anni ad una crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro (vedasi legge 30)fatta passare per flessibilità...e maggiori opportunità!Il lavoro sta assumendo sempre più,per scelte sindacali (ma non di tutti i sindacati,vedi Fiom/Cgil)e politiche,un carattere di "merce".Così come si sta cercando di mercificare un altro bene universale come l'acqua.Queste due battaglie,lavoro dignitoso ed acqua pubblica,devono andare di pari passo.In questo senso la manifestazione dei metalmeccanici a Roma del 16 ottobre assume un valore emblematico,decisivo nella costruzione di un'opposizione sociale degna di questo nome.
    Lorenzo Buccino

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  5. Sono perfettamente d'accordo, Lorenzo! recuperiamo le parole d'ordine che sono congeniali al nostro DNA: lavoro, solidarietà, uguaglianza, merito. Non dobbiamo vergognarci di difendere questi beni comuni. Sono poco moderni, maltrattati, bistrattati, esclusi. Però è giunta l'ora.

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